L’allitterazione è solitamente la prima figura retorica tecnica che viene insegnata nelle scuole. In questo senso, è la più semplice da individuare nel momento in cui se ne conosce la natura e la fenomenica. In questa guida ti spiegheremo come affrontare l’allitterazione, e forniremo un bagaglio di allitterazioni da poter presentare in sede di interrogazione orale.
Prima di tutto, ti riportiamo la definizione di allitterazione: la allitterazione è una figura retorica che consiste nella ripetizione della stessa lettera o dello stesso fonema (insomma, dello stesso suono) all’inizio di parole in successione. In questo modo, l’autore persegue l’intento di immergere il lettore in una particolare situazione fonetica.
Vediamo qualche esempio, per comprendere il concetto di allitterazione e fornirti un bagaglio di conoscenza sul piano concreto della letteratura: – “La madre or sol, suo dì tardo traendo” (U. Foscolo, In morte del fratello Giovanni): questo è un esempio perfetto di allitterazione, perché ci permette di mostrarti come le stesse possano intersecarsi in forme complesse. In questo verso foscoliano, difatti, vi sono ben tre allitterazioni: nell’ordine, le lettere s e t, e infine il fonema do.
Altre allitterazioni si muovono invece singolarmente, come puoi vedere in queste: – “di me medes’i’mo meco mi vergogno” (F. Petrarca, Voi c’ascoltate): in questo caso solo la m costituisce allitterazione. – “sentivo un fru fru tra le fratte” (G. Pascoli, L’Assiuolo): qui, invece, solo il fonema fr.
L’allitterazione, insomma, è uno strumento di ricerca del cosiddetto fonosimbolismo, in virtù del quale il lettore può ottenere effetti quasi onomatopeici dalla lettura del testo. Ti risulterà subito evidente la presenza di un’allitterazione, a condizione che la tua lettura sia attenta e, soprattutto, “ascoltata”.